Preferenze al Rischio, Sociali e Temporali

Armin Falk

Quanto sei paziente? Sei disposto a correre dei rischi? Queste sono i motori fondamentali che guidano le nostre decisioni più importanti: dalla scelta di un mutuo all’investimento nella nostra istruzione, fino alla decisione di risparmiare per il futuro. Le nostre preferenze personali disegnano la traiettoria delle nostre vite in modi che spesso non riusciamo a cogliere pienamente. E se vi dicessi che queste stesse preferenze, aggregate su scala nazionale, possono spiegare perché alcuni paesi sono ricchi e altri faticano a crescere?

Per la prima volta, un monumentale studio globale, il Global Preference Survey, ha mappato queste caratteristiche umane fondamentali in 76 paesi, intervistando oltre 80.000 persone. I risultati non sono solo affascinanti, ma svelano alcune verità sorprendenti su come la pazienza e la propensione al rischio modellino non solo noi come individui, ma intere società ed economie.

Lo studio ha generato una quantità enorme di dati, ma alcuni risultati spiccano per il loro carattere contro-intuitivo e per l’impatto che hanno sulla nostra comprensione del mondo. Ecco i cinque più importanti.

Per misurare la propensione al rischio di decine di migliaia di persone, i ricercatori avevano bisogno di uno strumento semplice e veloce. Si sono imbattuti in una domanda qualitativa, la “general risk question”, ma la loro reazione iniziale fu di profondo scetticismo. Poteva una singola domanda catturare un concetto così complesso?

Eppure, quando la testarono in laboratorio e sul campo con esperimenti che prevedevano ricompense in denaro reali, scoprirono con sorpresa che le risposte a quella semplice domanda erano fortemente correlate con le decisioni rischiose effettive delle persone. Questo colpo di fortuna fu un passo iniziale fondamentale per un progetto di ricerca molto più vasto che, dal suo concepimento nel 2006 alla sua pubblicazione, sarebbe durato ben 12 anni, cambiando il modo in cui comprendiamo le preferenze umane su scala globale.

Le nostre preferenze economiche non sono distribuite a caso nel mondo. Al contrario, seguono schemi geografici e culturali ben precisi. La mappa globale rivela l’esistenza di veri e propri “cluster” di personalità.

  • I paesi di discendenza europea (Europa, Nord America, Australia) spiccano per il loro elevato livello di pazienza.
  • Le nazioni dell’Africa sub-sahariana, invece, tendono a mostrare una propensione al rischio mediamente più alta.

Queste differenze possono essere sorprendentemente precise. Per illustrare la magnitudine della differenza di propensione al rischio tra Stati Uniti e Francia, i ricercatori hanno usato un paragone tanto scherzoso quanto analiticamente efficace, mostrando come il divario tra i due paesi sia grande quanto la ben nota differenza tra generi. Questo suggerisce che le differenze culturali e geografiche tra nazioni possono essere tanto significative quanto quelle, ampiamente studiate, tra generi all’interno di una stessa popolazione.

Mentre le differenze tra uomini e donne in tratti come la pazienza variano molto da paese a paese, un modello si ripete con una costanza impressionante in quasi ogni angolo del globo: le donne sono meno propense a correre rischi rispetto agli uomini.

La sistematicità di questa scoperta suggerisce che le sue cause potrebbero non essere puramente culturali. Anzi, un recentissimo studio pubblicato su Science ha rivelato un dettaglio contro-intuitivo e potentissimo: il divario di genere nella propensione al rischio è in realtà più piccolo nei paesi che sono meno paritari dal punto di vista del genere. Questo risultato sconvolgente apre nuovi filoni di ricerca sull’interazione tra biologia, cultura e comportamento economico.

Questo è forse il risultato più impressionante dello studio. Mettendo in relazione le preferenze medie di ogni nazione con i suoi risultati economici, emerge una correlazione straordinariamente forte: più un paese è paziente, più è ricco in termini di PIL pro capite.

Questa relazione è così potente da scavalcare altri fattori tradizionalmente considerati cruciali. Per decenni, si è pensato che il “capitale sociale” (la fiducia) fosse un ingrediente chiave per la prosperità. Eppure, come afferma il ricercatore, in questo studio accade qualcosa di dirompente: “una volta inclusa la pazienza, la fiducia scompare”. Sembra che la pazienza sia un motore più fondamentale della prosperità perché influenza direttamente i comportamenti che la generano:

  • Maggiori tassi di risparmio (accumulo di capitale fisico).
  • Maggiori investimenti in istruzione (accumulo di capitale umano).
  • Maggiori investimenti in ricerca e sviluppo (accumulo di conoscenza e innovazione).

In breve, le nazioni che sanno aspettare sono quelle che costruiscono le fondamenta per una ricchezza duratura.

Di fronte a questi risultati, è facile cadere in una sorta di determinismo. Ma i ricercatori offrono una conclusione molto più ottimistica, basata su una distinzione cruciale: quella tra una “preferenza” interna e un “comportamento” osservabile. Lo studio non misura un tratto immutabile, ma piuttosto il “comportamento paziente” o il “comportamento di assunzione di rischio”. E questo comportamento è fortemente influenzato dal contesto.

A dare concretezza a questa idea è un ultimo, potentissimo dato: esiste una correlazione “molto, molto forte” tra la misura della pazienza dello studio e l’aspettativa di vita, sia tra paesi diversi che all’interno dello stesso paese. Se non hai la certezza di essere vivo l’anno prossimo o che i tuoi risparmi non verranno espropriati, perché dovresti investire per il futuro? Fattori esterni come istituzioni stabili e un sistema sanitario efficiente possono incoraggiare un comportamento più paziente, anche se la preferenza di base non cambia.

Questa è una conclusione potentemente ottimistica. Significa che non siamo prigionieri della nostra psicologia. Le politiche pubbliche che migliorano la stabilità, la salute e la fiducia nelle istituzioni possono avere un impatto reale sulla prosperità, creando un ambiente in cui conviene a tutti comportarsi in modo più lungimirante.

Il Global Preference Survey ci offre uno specchio straordinario. Ci mostra che le nostre tendenze psicologiche più intime — la nostra capacità di aspettare, la nostra audacia di fronte all’incertezza — hanno conseguenze tangibili e su vasta scala. Le scelte che facciamo ogni giorno, moltiplicate per milioni di persone, costruiscono la realtà economica e sociale in cui viviamo.

L’insegnamento più profondo, però, non è che siamo definiti dalle nostre preferenze, ma che i nostri comportamenti sono plasmati dall’ambiente che ci circonda. Questo ci lascia con una domanda fondamentale.

Se il nostro contesto può modellare il nostro “comportamento paziente”, quale piccolo cambiamento nelle nostre vite, nelle nostre aziende o nelle nostre comunità potrebbe incoraggiarci a investire di più nel nostro futuro?

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